Autore: news.immobiliarebrava.it

  • Stress da trasloco? Come sopravvivere?

    Stress da trasloco? Come sopravvivere?

    Il momento del trasloco è un evento particolarmente stressante, non soltanto dal punto di vista logistico ma anche perché implica significativi cambiamenti di routine. Esistono di fatto molte ricerche a riguardo, che hanno evidenziato come l’ansia da trasloco possa avere un forte impatto sulla salute. Ma cosa è causa di stress?

    Una delle difficoltà maggiori riguarda certamente la definizione della propria identità, legata in modo innegabile a quella che si è soliti definire “casa”. Il trasloco implica di fatto l’adattamento ad un nuovo ambiente e, spesso, uno stravolgimento delle proprie abitudini. Fonte di stress è quindi spesso una paura anticipatoria, la paura che la propria vita sia stravolta e che si possa faticare a costruire nuovamente una base sicura.

    Gestire lo stress da trasloco: come farlo?

    Tra i fattori che maggiormente incidono sul vissuto legato al trasloco, vanno sicuramente considerate le motivazioni e il contesto in cui si verifica. Importanti fattori protettivi sono scelte consapevoli, personali e condivise dal nucleo familiare, che possono condurre a pensare al trasloco come ad un momento di rinnovamento, di rinascita e di modifica di una situazione attuale indesiderata. Un contesto supportivo è quindi indispensabile per vivere al meglio questo momento, organizzandolo non solo in termini di gestione del tempo, ma anche di “preparazione emotiva” al cambiamento.

    Uno dei primi consigli per affrontare lo stress da trasloco è quello di accettare le proprie emozioni. L’ansia è una reazione adattiva e in quanto tale va accettata, specie in un momento di transizione come quello del trasloco. L’accettazione delle proprie emozioni è il primo passo per affrontare al meglio le situazioni stressanti e per affrontare con lucidità le nuove sfide. Una maggiore consapevolezza emotiva è propedeutica a una migliore pianificazione, oltre che alla ricerca di supporto esterno, entrambi fattori indispensabili per affrontare lo stress da trasloco. Reclutate amici, parenti, partner. Il momento del trasloco può diventare anche divertente, se accolto con entusiasmo.

    In ultimo può essere utile anche prepararsi all’evento, immaginandosi nella futura casa. In letteratura è in effetti riportato quanto possa essere funzionale il ricorso a tecniche immaginative e di rilassamento, per distogliere l’attenzione emotiva dal presente e proiettarsi in una situazione futura.

  • Come gestire la vendita di una casa occupata da un inquilino

    Come gestire la vendita di una casa occupata da un inquilino

    La vendita di una casa affittata è legittima e prevista dalla legge, ma devono essere considerate alcune implicazioni pratico-legali. Stando a quanto riportato dall’articolo 1599 del c.c., l’inquilino ha il diritto di rimanere nella casa fino alla scadenza del proprio contratto. Il proprietario, durante la compravendita, ha invece l’obbligo di informare il potenziale acquirente del contratto di locazione. Prima della scadenza del contratto sarà quindi possibile il trasferimento di proprietà mediante rogito notarile e le stesse regole sono applicate ai contratti di locazione ad uso commerciale.

     

    Gli obblighi dell’inquilino e la comunicazione di vendita

    Gli inquilini devono consentire al proprietario l’accesso all’immobile per mostrare la casa a potenziali acquirenti. In caso di rifiuto, per legge, l’inquilino potrebbe essere ritenuto responsabile contrattualmente ed essere soggetto a risarcimento danni. Viceversa, l’obbligo del locatore è quello di informare il conduttore della volontà di non rinnovare il contratto, comunicazione che deve essere inviata almeno 6 mesi prima della scadenza del contratto di locazione. In caso di mancato rinnovo, esiste per l’inquilino la possibilità di esercitare il diritto di prelazione, cioè di acquistare l’immobile. Bisogna precisare che questo diritto può essere esercitato solo in mancanza di altri immobili di proprietà, se il proprietario intende cedere l’immobile alla prossima scadenza del contratto e entro 60 giorni. Se la vendita avviene molto prima della scadenza del contratto, è possibile vendere l’immobile se l’acquirente desidera subentrare come locatore; viceversa, l’unica via percorribile, è una risoluzione anticipata consensuale del contratto di locazione.

    Nel momento successivo alla vendita, all’inquilino deve essere data comunicazione di avvenuta cessione. A partire da tale data, nel caso in cui sia stato mantenuto il contratto di locazione, saranno quindi versati i successivi canoni all’acquirente, dal momento che la cessione del contratto comporta il subentro dell’acquirente in tutti i diritti del venditore.

     

    Pro e contro: fattori da considerare

    Per quanto prevista dalla legge, la vendita di un immobile in affitto può  presentare pro e contro che andrebbero considerati durante la fase di compravendita. In alcuni casi, è probabile che l’acquirente chieda un deprezzamento dell’immobile, in relazione ai tempi necessari per entrarne in pieno possesso. Oppure, l’acquirente potrebbe desiderare diventare locatore. In questo caso, la presenza di un conduttore rappresenterebbe un vantaggio per la vendita.

  • Comprare casa all’asta

    Comprare casa all’asta

    Comprare case all’asta, fino a qualche anno fa, era una pratica comune solo a investitori dotati di una certa esperienza. Ultimamente, ha iniziato però a diffondersi sempre di più tra i privati alla ricerca di un affare. Grazie a tale modalità di acquisto chiunque ha l’opportunità di divenire proprietario di casa spendendo cifre più basse di quelle di mercato.

    Documenti richiesti e costi da sostenere

    Per poter prendere parte a un’asta in ambito immobiliare è necessario essere in possesso di una serie di documenti. Oltre all’offerta in busta chiusa è richiesto un assegno circolare (oppure un bonifico) attestante il pagamento della cauzione. Fondamentali sono anche la copia (fronte/retro) della carta d’identità e del codice fiscale. Esiste, inoltre, un modulo per la partecipazione, da scaricare dal sito del tribunale che ha organizzato l’asta. Su tale modulo andrà poi apposta la marca da bollo da 16 euro.

    A proposito di costi, per quel che concerne le spese da sostenere legate alla partecipazione stessa, ad affiancare la marca da bollo sono, come già anticipato, l’assegno cauzionale che, in genere, presenta un valore pari al 10% del prezzo oggetto dell’offerta. Qualora una persona si aggiudichi l’asta, l’assegno rivestirà il ruolo di acconto sul saldo; in caso contrario l’importo verrà restituito. Chi vince l’asta è poi invitato a pagare il prezzo di aggiudicazione nei termini indicati direttamente nell’avviso di vendita (nella maggior parte dei casi 120 giorni). Da tenere presente sono anche le imposte ipotecarie, catastali e di registro, l’IVA (se applicabile) e, se viene fatta richiesta di mutuo, le spese di notarili. Da non dimenticare, infine, sono il compenso del delegato alla vendita e le spese accessorie.

    Acquistare una casa all’asta in sicurezza

    Per acquistare in modo sicuro una casa all’asta è importante rivolgersi a un consulente qualificato. Grazie a questo professionista dotato di esperienza, incaricato dal giudice, chi desidera acquistare verrà affiancato in ogni fase. Buona abitudine è anche visitare l’immobile prima che l’asta abbia inizio, facendosi un’idea della posiziona, dello stato dei locali e di eventuali criticità che la riguardino.

    Le persone alla ricerca di un’occasione per comprare una casa all’asta in Sicilia a un ottimo prezzo hanno in Immobiliare Brava l’agenzia di riferimento, pronta a fornire informazioni su qualunque

  • Tempistiche di acquisto o vendita di una casa

    Tempistiche di acquisto o vendita di una casa

    Quali sono le tempistiche di una compravendita immobiliare? E quanto tempo è richiesto? Tra i fattori che influenzano i tempi di vendita bisogna sicuramente considerare la posizione dell’immobile, il tipo e le condizioni, il prezzo di vendita, il mercato immobiliare e la stagionalità.

    Se si sta pensando di acquistare una casa, invece, è bene affidarsi a un consulente professionista che possa guidarvi, passo dopo passo, nelle 4 fasi di compravendita:

    la proposta d’acquisto;

    il contratto preliminare;

    la richiesta del mutuo;

    il rogito.

    La proposta d’acquisto

    Nel caso in cui ci si trovi dalla parte dell’acquirente, in questa prima fase verrà redatta per iscritto un’offerta da presentare al venditore, in genere tramite agente immobiliare. Nel documento saranno specificati i propri dati, quelli del proprietario e di un eventuale mediatore, nonché dell’immobile oggetto di vendita. Il documento dovrà essere completo di proposta economica con cifra, tempistiche di pagamento e data entro la quale stipulare il rogito.

    In genere per la proposta d’acquisto viene stabilito un termine entro il quale il proprietario è tenuto a rispondere, con un margine che solitamente si aggira tra i 7 e i 20 giorni.

    Il contratto preliminare: il “compromesso”

    La fase del preliminare di compravendita, nota come “compromesso”, è un contratto stipulato tra venditore e acquirente che ha per oggetto l’impegno reciproco a concludere la compravendita. La registrazione, a differenza della proposta d’acquisto, è obbligatoria e va presentata presso l’agenzia delle entrate. Deve essere comprensiva di dati, informazioni ed eventuali clausole accessorie, come il termine per stipulare il rogito o il vincolo del mutuo.

    In caso di accettazione della proposta d’acquisto, il preliminare di vendita dovrà essere registrato entro 20 giorni se stipulato tramite agenzia immobiliare, entro 30 tramite notaio.

    La richiesta del mutuo e il rogito

    La fase successiva passa attraverso la richiesta del mutuo da parte del compratore, che presenterà presso l’istituto di credito prescelto documentazione personale e relativa all’immobile. Dall’esame della documentazione fornita, la banca verifica la solidità finanziaria dell’acquirente, il valore della casa e l’eventuale presenza di vincoli o ipoteche.

    L’ultima fase della compravendita prevede il rogito, cioè la stipula dell’atto di vendita. Il testo viene redatto da un notaio, in modo che venga registrato presso l’agenzia delle entrate e renda effettivo il passaggio di proprietà.

  • Proprietà indivisa: chi paga le spese?

    Proprietà indivisa: chi paga le spese?

    Si parla di proprietà indivisa quando due o più persone sono titolari di un bene. Ognuna di esse ha quindi una quota dell’intera parte, con conseguente comunione sul bene. La situazione si verifica di frequente quando si ereditano beni immobili, e persiste fin quando non viene effettuata una divisione del bene.

    Chi paga le spese? Responsabilità pro quota e responsabilità solidale

    Nel contesto di una proprietà indivisa, i comproprietari sono tenuti a contribuire alle spese in proporzione alla rispettiva quota di proprietà. In caso di rapporti tra le parti, si applica quindi quella che viene definita “responsabilità pro quota”. In questa situazione è anche possibile stipulare un accordo per sostenere le spese in modo differente rispetto alle quote di proprietà. A differenze delle spese per l’ordinaria amministrazione, che possono essere sostenute da uno dei proprietari per poi essere eventualmente rimborsate, per le spese di straordinaria amministrazione, è necessario che ogni comproprietario possa dare l’approvazione. Per le innovazioni dell’immobile, viceversa, è richiesta una maggioranza qualificata con almeno i 2/3 delle quote.

    La regola, tuttavia, non viene applicata nei confronti delle spese condominiali. In questo secondo caso, in fatti, i comproprietari vengono considerati responsabili in solido. Ciò significa che, nel caso in cui l’amministratore non riceva il pagamento completo, può richiedere l’intero importo a entrambi i comproprietari indipendentemente dal fatto che uno dei due abbia già corrisposto la sua quota.

    Il debito nei confronti del condominio, in tal senso, ricade su entrambi i proprietari. Entrambi, di conseguenza, sono esposti al rischio di decreto ingiuntivo e pignoramento nel caso in cui la morosità non venga saldata.

    Perché una responsabilità solidale?

    Le ragioni sottese a questa scelta vanno ricercate nel codice civile, in cui viene stabilito che i comproprietari sono da considerarsi, nei confronti del condominio, come un unico soggetto. Basti pensare al fatto che, in assemblea di condominio, i comproprietari hanno diritto ad un solo voto. Nei rapporti tra i vari comproprietari opera quindi quella che potrebbe essere definita solidarietà passiva, secondo quanto sancito dal principio generale dettato dall’articolo 1299 c.c. L’articolo prevede infatti che, nel caso di pluralità di debitori, la solidarietà si presume. L’amministratore, per tale ragione, può legittimamente chiedere il pagamento dell’intero debito relativo alle spese condominiali dell’appartamento in comproprietà anche al singolo contitolare.

  • Qual è la tassazione sulle case in vendita?

    Qual è la tassazione sulle case in vendita?

    La tassazione sulle case in vendita viene determinata da diversi fattori. Per definire il valore esatto delle imposte da pagare, è necessario tenere in considerazione diversi elementi, tra cui: il tempo trascorso dal suo acquisto, se l’immobile è da considerarsi prima casa o se deriva da un’eredità.

    In Sicilia, quando si vuole vendere un immobile, è obbligatorio fare una distinzione tra la vendita che avviene nei primi cinque anni dal suo acquisto e quella che avviene dopo. Nel primo caso, il Fisco interviene imponendo la tassazione sulle case in vendita per evitare speculazioni sulle plusvalenze generate dalla stessa.

    Passati cinque anni dall’acquisto, il venditore viene esonerato dal pagamento delle imposte. Inoltre, l’esenzione avviene anche quando lo stesso ha ereditato l’immobile tramite successione, mediante donazione o quando lo ha utilizzato come residenza per oltre la metà del tempo dall’acquisto.

    Differenza tra tassazione ordinaria e imposta sostitutiva

    In linea di massima esistono due diverse opzioni a disposizione del venditore per calcolare la tassazione sulle case in vendita. La prima opzione, chiamata ordinaria, consente di verificare il totale degli oneri da versare in base alle aliquote IRPEF divise in scaglioni per le persone fisiche. La seconda opzione, denominata imposta sostitutiva, prevede una tassazione al 26% sulla vendita dell’immobile.

    La tassazione ordinaria, la cui modalità prevede il pagamento delle tasse sulle plusvalenze generate dalla vendita dell’immobile, viene fatta in sede di dichiarazione dei redditi con l’aliquota IRPEF fissata:

    al 23% per redditi fino a 15.000 euro

    25% per redditi fino a 28.000 euro

    35% per redditi fino a 50.000 euro

    43% per redditi oltre i 50.000 euro

    Per richiedere l’imposta sostitutiva è necessario presentare un atto del notaio con possibili nuove tasse previste dall’Agenzia delle Entrate.

    Tassazione sulle seconde case e sugli immobili ereditati

    I proprietari di seconde abitazioni, sono sottoposti al pagamento delle tasse tramite il regime ordinario o quello di imposta sostitutiva. Anche in questo caso valgono le regole già esposte in precedenza con l’imposta di registro al 9% del prezzo d’acquisto o del valore catastale.

    Diverso il discorso qualora si intenda vendere un immobile ereditato. Dopo la successione non esiste l’obbligo di pagare nessuna tassa di vendita nei primi cinque anni, ma anche in qualsiasi caso, è vivamente consigliato rivolgersi ad agenzie competenti con personale formato su questo genere di pratiche.

  • Investire in un locale commerciale

    Investire in un locale commerciale

    Investire in un locale commerciale in Sicilia potrebbe essere la soluzione più efficace per ottenere una forma di reddito nel breve termine. In linea di massima, questo investimento viene fatto sia per uso proprio o per concederlo in locazione a terzi senza avviare la propria attività.

     

    Quando si vuole investire in un locale commerciale a Palermo è bene sempre controllare la sua destinazione d’uso. Questo al fine di individuare subito il tipo di attività che è possibile svolgere al suo interno, evitando di ritrovarsi in un secondo momento con problemi di licenze o di avviamento dell’attività. Per evitare errori di valutazione, il consiglio è di rivolgersi a un’agenzia che abbia la massima competenza nel settore.

     

    Posizione e categoria del locale commerciale

     

    Un’altra condizione da considerare quando si vuole fare questo tipo di investimento è senza dubbio la classificazione degli immobili che vengono considerati commerciali in base alle normative vigenti e alle categorie catastali.

     

    Ad esempio, i laboratori per arti e mestieri in classe catastale C3, sono tutti quei locali commerciali in cui è possibile la produzione dei beni ma non la loro vendita diretta. Viceversa, se il locale è adibito a negozi e botteghe, in classe catastale C1, sarà possibile la vendita delle merci in esposizione.

     

    La posizione del locale commerciale sul quale si è deciso di investire è di fondamentale importanza. Qualora l’attività preveda un punto logistico adibito a magazzino, è necessario tenere in considerazione l’arrivo di mezzi pesanti adibiti al trasporto merci. Se l’investimento in un locale commerciale a Palermo viene adibito a negozio, è giusto considerare il centro cittadino come posizione ideale.

     

    Tasse e valore di avviamento del locale

     

    Stato locativo, tipologia del locale commerciale e posizione. Sono questi i principali fattori su cui un’agenzia riesce a formulare una base che consenta di investire in un locale commerciale in tutta tranquillità.

     

    Infine, per ogni tipo di investimento in un locale commerciale in Sicilia è necessario tenere conto delle tasse. In ogni caso, se il venditore è un privato, un soggetto con P.I. o l’impresa costruttrice che ha edificato o ristrutturato il locale da meno di 4 anni, il costo dell’imposta di registro è di 200 euro. Il 9% del valore dell’immobile se quest’ultimo è stato costruito o ristrutturato da più di 4 anni. In entrambi i casi l’imposta ipotecaria e catastale è di 50 euro.

  • Dati catastali errati: cosa fare?

    Dati catastali errati: cosa fare?

    Inserire o notare l’inserimento da parte della pubblica amministrazione di dati catastali errati è una cosa piuttosto comune. In questi casi è utile sapere cosa fare per risolvere il problema senza doversi recare direttamente in catasto o negli uffici pubblici adibiti.

     

    Le modifiche dei dati catastali possono essere comunicate all’Agenzia delle Entrate attraverso il servizio online chiamato “Contact Center” o tramite l’ufficio territoriale di competenza. In entrambi i casi sono escluse le province autonome di Trento e Bolzano dove il servizio viene eseguito dai rispettivi servizi territoriali.

     

    Come in tutta Italia, anche a Palermo gli errori catastali più comuni sono quelli che riguardano l’errato inserimento dei dati anagrafici del soggetto intestatario. Tra gli errori più comuni in cui è possibile incappare, la data di nascita e l’indirizzo legale errato di un’attività sono tra i più frequenti.

     

    La documentazione necessaria per la correzione

     

    Cosa fare? Come anticipato in precedenza, per correggere i dati catastali errati è necessario comunicare le modifiche all’Agenzia delle Entrate, allegando gli identificativi catastali dell’immobile quali: foglio, particella e subalterno. Inoltre, per la correzione viene richiesto uno tra l’atto notarile di acquisto, l’eventuale dichiarazione di successione, la domanda di voltura catastale e la denuncia al catasto di nuova costruzione.

     

    Per quanto riguarda la correzione dei dati catastali errati che riguardano gli immobili in Sicilia, come per esempio l’inserimento dei mq o dei vani non corrispondenti, vale la stessa procedura da utilizzare nel caso di errori sui dati del soggetto intestatario. Per le segnalazioni di incoerenza di un fabbricato non dichiarato e individuato successivamente dall’Agenzia delle Entrate, è necessario invece regolarizzare la situazione.

     

    Dati catastali errati: come utilizzare il “Contact Center”

     

    Come si usa il servizio “Contact Center” per correggere i dati catastali errati a Palermo? In questo caso è sufficiente entrare nel servizio online inserendo i propri dati anagrafici, l’errore riscontrato e la successiva correzione. Una volta terminata l’operazione e prima di una risposta dall’ente, il servizio “Contact Center” invierà la presa in carico della procedura alla mail indicata nell’interfaccia online dall’utente.

     

    Ci sono però dati catastali errati che non possono essere inseriti attraverso il servizio telematico “Contact Center”. Per esempio, la richiesta d’informazioni sull’avanzamento delle pratiche, i solleciti per la trattazione degli atti ancora non evasi o la revisione delle rendite catastali sono le tipiche situazioni in cui il cittadino si deve ancora rivolgere agli uffici territoriali competenti.

  • Affitti brevi: novità Legge di Bilancio 2024

    Affitti brevi: novità Legge di Bilancio 2024

    La Legge di Bilancio 2024, in vigore dal 1° Gennaio, introduce tra le sue novità alcuni punti riguardanti gli affitti brevi. Per le locazioni brevi si intendono contratti di locazione ad uso abitativo, della durata non superiore a 30 giorni. Questa definizione include anche i contratti di sublocazione e i contratti a titolo oneroso conclusi dal comodatario. Si tratta di contratti che possono includere servizi accessori, come la fornitura di biancheria, la pulizia dei locali, la fornitura di utenze, wifi e aria condizionata. Vanno differenziati, per le loro caratteristiche, da locazioni transitorie, turistiche e bed & breakfast.

    Con la legge di Bilancio 2024 viene introdotta la tassazione sugli affitti brevi: la legge prevede che i redditi derivanti da queste locazioni siano soggetti alla cedolare secca al 26%. L’imposta sostitutiva viene applicata sul canone di locazione, senza la necessità di presentare la dichiarazione dei redditi. L’aliquota viene ridotta al 21% (aliquota ordinaria) per i contratti di locazione relativi ad una sola unità immobilitare. La stessa norma ha modificato l’articolo 4, comma 5-bis del Dl 50/2017 in tema di obblighi previsti per le locazioni brevi a carico dei soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare. Nel dettaglio, è previsto che per coloro che gestiscono portali telematici, qualora incassino o intervengano nel pagamento di canoni relativi ai contratti in questione, la ritenuta venga operata a titolo di acconto.

    Gestione degli immobili e adeguamento della normativa per Intermediari non residenti

    La gestione degli immobili, nel contesto degli affitti brevi 2024, può essere intrapresa sia dai proprietari che dai sublocatori o comodatari. Qualora operino come persone fisiche, questi ultimi sono obbligati a dichiarare i redditi derivanti dalla locazione attraverso la cedolare secca, o secondo gli scaglioni IRPEF. Diversamente, se la gestione dell’immobile avviene in regime d’impresa, la tassazione segue il regime fiscale associato a partita IVA.

     

    La legge di Bilancio 2024 prevede anche un adeguamento della normativa per gli intermediari non residenti, al fine di conformarsi alle disposizioni della Corte di Giustizia europea. Le modifiche definiscono gli obblighi relativi alle locazioni brevi per gli intermediari non residenti nell’Unione Europea.

  • Casa trasparente di Tokyo

    Casa trasparente di Tokyo

    Il mondo dell’architettura e dell’edilizia residenziale è in continua evoluzione. Uno degli esempi più affascinanti arriva direttamente da Tokyo, in Giappone. Progettata da Sou Fujimoto, la Casa trasparente riprende un concetto antico, di qualche decennio fa, legato all’esigenza delle istituzioni politiche di mostrare al pubblico e ai cittadini “i più intimi segreti” di una macchina burocratica.

     

    Da questa idea nasce la House NA, una casa totalmente trasparente, in cui si assottigliano i confini tra vita pubblica e vita privata. A descrivere l’architettura trasparente ci pensano le parole dello scultore italiano Edoardo Tresoldi, che ridefinisce in questo modo il legame tra esterni e interni: “C’è una linea sottile che separa cielo e mare, che delimita la nostra vita dal mondo dei pensieri: è la linea dell’orizzonte, forma e racconto del rapporto tra l’uomo e lo spazio”.

     

    Questo design audace e moderno crea una sensazione di luminosità e spaziosità, offrendo agli abitanti una connessione diretta con l’ambiente circostante. Con i suoi 85 metri quadrati, ad oggi si tratta dell’unica abitazione con pareti in vetro nel quartiere della capitale nipponica. I tre livelli, dotati di 21 piattaforme, comunicano tra loro in modo fluido, senza essere delimitati da barriere. Garante della riservatezza di alcuni ambienti interni, la presenza di tendaggi.

     

    Nuove prospettive? Le case trasparenti in edilizia

     

    Ma quali vantaggi potrebbero esservi nel vivere in una casa trasparente? Oltre all’estetica accattivante, uno dei principali punti di forza è la loro capacità di sfruttare al meglio la luce naturale. Grazie alle ampie superfici vetrate, gli interni di queste abitazioni sono inondate di luce solare, creando un’atmosfera luminosa e accogliente. Questo non solo migliora il benessere e il comfort degli abitanti, ma può anche contribuire a ridurre i costi energetici legati all’illuminazione artificiale.

     

    Per non parlare del fatto che offrono una vista panoramica sull’ambiente circostante, permettendo agli abitanti di immergersi nella bellezza di un paesaggio. Questa caratteristica potrebbe rivelarsi particolarmente attraente per coloro che desiderano acquistare una proprietà in Sicilia, soprattutto in zone con una vista mozzafiato come le colline di Monreale o le coste di Cefalù.

     

    In quanto affascinanti innovazioni nel campo dell’edilizia residenziale, con i loro vantaggi di design, comfort e connessione con l’ambiente, queste abitazioni potrebbero diventare un punto di riferimento per il mercato immobiliare in Sicilia, contribuendo a proiettare l’isola verso un futuro sempre più moderno e sostenibile.