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  • Cancellazione ipoteca: quando è automatica e quando serve farla

    Cancellazione ipoteca: quando è automatica e quando serve farla

    L’ipoteca è una garanzia reale che le banche o altri creditori possono iscrivere su un immobile per tutelarsi in caso di mancato pagamento di un debito, come ad esempio un mutuo. Una volta estinto il debito, tuttavia, l’ipoteca non si cancella sempre da sola: in alcuni casi serve una specifica richiesta, in altri invece la cancellazione avviene automaticamente. Ma quali sono le regole? In questo articolo vedremo nel dettaglio quando la cancellazione è automatica e quando deve essere espressamente richiesta, per evitare problemi in fase di vendita o nuova richiesta di finanziamento.

    Cos’è l’ipoteca e quando viene iscritta

    L’ipoteca viene solitamente iscritta su un immobile a favore della banca che eroga un mutuo. Questo le consente, in caso di inadempimento, di agire sull’immobile tramite pignoramento e vendita forzata, per recuperare le somme dovute.

    L’iscrizione è formale e pubblica, avviene nei registri immobiliari e resta valida fino a:

    • l’estinzione del debito
    • o, in ogni caso, venti anni dalla data dell’iscrizione (salvo rinnovazione).

    Cancellazione automatica

    La cancellazione automatica dell’ipoteca è prevista in caso di:

    • Mutuo fondiario regolarmente estinto
    • Estinzione dopo il 2 luglio 2007 (data di entrata in vigore della Legge Bersani, n. 40/2007)

    In questi casi, la banca è tenuta per legge a comunicare d’ufficio l’avvenuta estinzione del mutuo all’Agenzia delle Entrate – Conservatoria dei Registri Immobiliari, che provvede alla cancellazione senza costi per il cittadino e senza necessità di notaio.

    La cancellazione automatica avviene entro 30 giorni dalla comunicazione della banca, che ha tempo 30 giorni dall’estinzione del mutuo per trasmettere la richiesta.

    Quando la cancellazione va richiesta

    La cancellazione non è automatica nei seguenti casi:

    • Mutuo non fondiario
    • Ipoteca giudiziale (ad esempio per decreto ingiuntivo)
    • Ipoteca volontaria non connessa a un mutuo (ad esempio per prestiti garantiti da immobili)
    • Debiti estinti prima del 2007, in assenza di cancellazione

    In questi casi, è necessario:

    1. Richiedere l’assenso del creditore alla cancellazione
    2. Redigere un atto notarile o una dichiarazione autenticata
    3. Presentare il tutto in Conservatoria per ottenere la cancellazione

    Si tratta di una procedura a carico del proprietario, con tempi e costi variabili, spesso legati all’onorario notarile.

    Perché è importante cancellare l’ipoteca

    Un’ipoteca non cancellata, anche se il debito è stato estinto, rimane visibile nei registri immobiliari e può rappresentare un ostacolo:

    • Alla vendita dell’immobile
    • Alla richiesta di nuovi mutui o finanziamenti
    • Alla corretta valorizzazione del bene

    È dunque fondamentale verificare la situazione ipotecaria dell’immobile e, se necessario, intervenire per sanare o aggiornare la documentazione.

     

    Conoscere le differenze tra cancellazione automatica e cancellazione su richiesta dell’ipoteca è essenziale per chi possiede un immobile o sta valutando di venderlo. Una verifica tempestiva può evitare ritardi, spese aggiuntive e complicazioni in fase di compravendita.

    Immobiliare BRAVA offre assistenza completa anche su questi aspetti, con un team di consulenti preparati per guidarti nella gestione della documentazione e nella verifica ipotecaria dell’immobile.

     

  • Accollo del mutuo: cos’è e quando può essere una soluzione?

    Accollo del mutuo: cos’è e quando può essere una soluzione?

    Nel mercato immobiliare, l’accollo del mutuo è una soluzione spesso sottovalutata, ma che può rivelarsi molto utile sia per chi vende che per chi compra casa. Capire bene cosa significa accollarsi un mutuo e in quali situazioni può essere vantaggioso è fondamentale per fare una scelta consapevole.

    Cos’è l’accollo del mutuo

    L’accollo del mutuo è un accordo con cui un soggetto subentra al debitore originario nel pagamento di un finanziamento ipotecario già esistente. Questo può avvenire quando si acquista un immobile ancora gravato da mutuo: invece di estinguerlo, l’acquirente “si accolla” il debito residuo, assumendosi l’obbligo di versare le rate future alla banca.

    Tipologie di accollo

    Esistono due tipi di accollo:

    • Accollo cumulativo: il nuovo debitore si aggiunge al vecchio. La banca potrà rivalersi su entrambi in caso di inadempienza.

    • Accollo liberatorio: il nuovo debitore sostituisce completamente il precedente, che viene liberato da ogni obbligo.

    L’accollo è valido solo se la banca acconsente espressamente, anche se nella pratica spesso l’accordo avviene tra venditore e acquirente, con l’istituto informato in un secondo momento.

    Quando conviene l’accollo del mutuo?

    L’accollo può essere una soluzione vantaggiosa in diversi casi:

    • Se il mutuo ha condizioni favorevoli, come un tasso d’interesse più basso rispetto a quelli attuali.

    • Se si vogliono evitare le spese di apertura di un nuovo mutuo (istruttoria, perizia, notaio, imposta sostitutiva).

    • Se si desidera risparmiare tempo nella fase di compravendita.

    Per il venditore, l’accollo può rappresentare una via per liberarsi del debito e facilitare la vendita dell’immobile.

    Attenzione agli svantaggi

    Non sempre però l’accollo è conveniente. Se il mutuo ha condizioni poco vantaggiose o se la banca non concede l’accollo liberatorio, il rischio per il venditore è di restare comunque responsabile del debito.

    L’accollo del mutuo è uno strumento utile, ma va valutato caso per caso. Prima di procedere è consigliabile confrontarsi con un consulente immobiliare o un esperto del credito per verificare se rappresenti davvero la scelta più conveniente.