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  • Differenza tra usufrutto e nuda proprietà

    Differenza tra usufrutto e nuda proprietà

    Quando si parla di diritti reali sugli immobili, due concetti fondamentali sono usufrutto e nuda proprietà. Comprendere la loro differenza è essenziale per chi vuole acquistare, vendere o ereditare un immobile con una situazione particolare di titolarità.

    Cos’è l’usufrutto?

    L’usufrutto è il diritto di godere di un immobile altrui per un determinato periodo di tempo, mantenendone l’integrità e destinazione d’uso. L’usufruttuario può:

    • Abitare l’immobile o concederlo in locazione.
    • Usufruire di eventuali rendite derivanti dalla proprietà.
    • Essere obbligato alla manutenzione ordinaria.

    Tuttavia, l’usufrutto ha una durata limitata: nel caso di persone fisiche, si estingue con la morte dell’usufruttuario, mentre per le persone giuridiche il termine massimo è di 30 anni.

    Cos’è la nuda proprietà?

    La nuda proprietà rappresenta la titolarità dell’immobile privata del diritto di godimento. Il nudo proprietario:

    • Non può abitare o affittare l’immobile fino all’estinzione dell’usufrutto.
    • Non ha obblighi di manutenzione ordinaria.
    • Acquisisce automaticamente il pieno possesso dell’immobile alla cessazione dell’usufrutto.

    Spesso la nuda proprietà viene venduta per ottenere liquidità immediata, mentre l’usufruttuario mantiene il diritto di utilizzo dell’immobile.

    Quando conviene acquistare o vendere?

    • Acquisto della nuda proprietà: è vantaggioso per chi desidera investire a lungo termine, poiché il valore dell’immobile tende a essere inferiore rispetto a un acquisto con piena proprietà.
    • Vendita della nuda proprietà: utile per chi ha bisogno di liquidità ma vuole continuare a vivere nell’immobile.
    • Acquisto: può essere conveniente per chi cerca una soluzione abitativa temporanea o un investimento con rendita.

    La distinzione tra usufrutto e nuda proprietà influisce sulla gestione e sulla convenienza di un immobile. Comprendere questi aspetti permette di fare scelte consapevoli, sia per chi compra sia per chi vende.

  • Contratto di locazione: facciamo chiarezza

    Contratto di locazione: facciamo chiarezza

    Che si tratti di una soluzione a breve termine o di una scelta a medio o lungo termine, l’affitto di un immobile comporta sempre la stipula di un contratto d’affitto o di locazione. Sebbene la terminologia sia la stessa, il mondo immobiliare appare spesso complesso, con un vocabolario legale e fiscale che può risultare complicato da comprendere.

    Noi di Immobiliare Brava, siamo qui per aiutarvi a fare chiarezza su tutti gli aspetti legati all’affitto di un immobile.

    Contratto di locazione: tipologie

    Il contratto di locazione, è un accordo scritto tra due parti che regola la cessione temporanea di un bene immobile da parte del proprietario (locatore) a un’utilizzatore (locatario) in cambio del pagamento di un canone di locazione.

    I contratti di locazione possono essere classificati in due categorie principali:

    Quelli ad uso non residenziale riguardano l’affitto di spazi commerciali, come uffici, negozi, magazzini e altre unità non abitative.

    E altri ad uso residenziale, al contrario, riguardano l’affitto di unità abitative. Possono essere suddivisi in diverse tipologie, ognuna con regole e requisiti specifici.

    Le due variabili più importanti che contraddistinguono i tipi di contratto di locazione sono sempre la durata del contratto e il canone di locazione.

    Ecco quindi che si potrà decidere di sottoscrivere un contratto di locazione a canone libero, secondo cui proprietario e futuro inquilino concordano in maniera totalmente libera il corrispettivo mensile da versare per il godimento dell’immobile.

    In un contratto di locazione a canone concordato, invece, il canone stesso (così come la durata e altri aspetti dell’accordo) è fissato tra un massimo e un minimo stabilito dall’autorità locale.

    Il contratto di locazione ad uso transitorio, invece, prevede limiti ben precisi stabiliti dalla legge, alla durata minima e massima dell’accordo. Per questo motivo, questa formula viene solitamente applicata agli alloggi turistici e ai beni immobili.

    Infine, una sorta di “sottocategoria” dei contratti a uso transitorio è il contratto di locazione per studenti universitari, che è sempre caratterizzato da una durata limitata e offre ai proprietari di immobili l’opportunità di mettere a reddito le loro proprietà in modo stabile e ricorrente.

    Scegliere Immobiliare Brava significa affidarsi a una squadra di professionisti esperti, pronti a mettere a frutto la propria conoscenza per il vostro vantaggio. Il nostro obiettivo principale è quello di fornirvi un servizio di qualità, garantendo trasparenza ed efficacia in ogni transazione.

  • Vendere casa alla banca

    Vendere casa alla banca

    Quando ci si trova in una situazione di difficoltà finanziaria o si rischia di affrontare un’ipoteca esecutiva, vendere casa alla banca potrebbe sembrare un’opzione interessante da considerare per risolvere i problemi economici. Tuttavia, è importante comprendere a pieno le implicazioni e considerare attentamente tutti gli aspetti del caso.

    Vendere casa alla banca: si può davvero fare?

    A livello normativo, la situazione è chiara. Il regolamento attuativo sui mutui vitalizi è stato emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 38 del 16 febbraio 2016.

    Secondo il regolamento, una casa viene venduta a una banca se il proprietario non è in grado di accendere un prestito personale o non è in grado di pagare il mutuo. Quindi, nel rischio di vedersi pignorare o vendere all’asta la propria casa, valuta la possibilità di richiede un usufrutto alla banca sulla propria abitazione.

    La vendita dell’abitazione alla banca nell’ambito del programma di prestito ipotecario vitalizio è una scelta volontaria del proprietario che gli consente di ottenere liquidità e di mantenere il diritto di abitazione sulla casa.

    Requisiti e come procedere

    Per vendere casa alla banca è necessario soddisfare i seguenti requisiti:

    1. Età: il proprietario dell’immobile deve aver compiuto 60 anni.
    2. Proprietà: il proprietario dell’immobile deve avere il diritto di proprietà esclusivo sull’immobile.
    3. Ipoteche: l’immobile non deve avere altre ipoteche che gravano su di esso.

    La transazione avviene con un atto di compravendita. Il proprietario dell’immobile cede la proprietà alla banca in cambio di un anticipo e di una rendita mensile.

    L’importo dell’anticipo viene concordato in base al valore dell’immobile e alla situazione finanziaria del proprietario. La rendita mensile viene calcolata sulla base dell’importo dell’anticipo e della durata del prestito.

    Alla morte del proprietario, l’usufrutto sull’immobile termina. La banca può decidere di vendere l’immobile per rientrare del prestito concesso. Se la proprietà viene venduta a un prezzo superiore all’importo del prestito, il resto viene dato agli eredi del proprietario. Gli eredi possono, se lo desiderano, riscattare la proprietà semplicemente restituendo alla banca le quote prestate al defunto.

    La negoziazione per la vendita di una casa alla banca non segue gli stessi principi della compravendita tradizionale tra privati, ma è basata sulla perizia tecnica e sul valore dell’immobile, considerando l’età del proprietario, il valore dell’usufrutto, e altri fattori.

    Immobiliare Brava è in grado di assisterti durante tutto il processo di negoziazione con la banca per ottenere il miglior risultato possibile.